Le fasi di sviluppo e maturità scolare

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Le fasi di sviluppo e la maturità scolare

La pedagogia Steiner-Waldorf riconosce tre fondamentali fasi di sviluppo, o settenni, nel corso delle quali l’educatore ricopre, pur in maniera differenziata, un ruolo fondamentale: dalla nascita a 7 anni, il periodo prescolastico; da 7 a 14 anni, periodo della scuola primaria e secondaria inferiore, corrispondente al ciclo dalla prima all’ottava classe (la nostra scuola nascente ha attualmente allievi fino alla 4a classe e si prefigge di arrivare negli anni al completamento di questo ciclo); da 14 a 21 anni, periodo della scuola secondaria superiore, corrispondente al ciclo dalla nona alla dodicesima classe. Ognuna di queste fasi presenta significative e specifiche caratteristiche nella maturazione fisica, psicologica e spirituale dell’essere umano.

In particolare, quando il bambino entra nell’età scolare, la capacità pensante inizia ad emanciparsi dalla vita puramente biologica. Il legame immediato ed imitativo del bambino col mondo gradualmente recede e lascia spazio a una nuova forma di rapporto con la realtà, sempre più cosciente.

Dall’inizio del percorso scolastico fino alle soglie della pubertà (con momenti significativi, che ad es. a 9 e 12 anni comportano passaggi di rilievo), l’essere umano guarda la realtà con gli occhi dell’artista: egli non classifica o giustappone con pedanteria gli elementi, ma osserva il mondo come fosse un unitario organismo vivente.

Lavorare per immagini, rintracciare i fili che collegano le cose tra di loro e all’uomo stesso significa ritrovare ciò che le cose e gli esseri sono ed esprimono prima di venire catalogati, definiti, analizzati. Come la lingua madre si impara ben prima di studiare la grammatica, che pure ne costituisce lo scheletro, così tutte le discipline vengono proposte in modo creativo e ricco di immagini, per giungere in un secondo tempo alla sistematizzazione scientifica.

Conseguentemente, pur perseguendo gli obiettivi di apprendimento indicati nelle attuali disposizioni ministeriali, il raggiungimento di questi obiettivi è scandito con tempi leggermente modificati, in base all’impianto pedagogico e alle tappe evolutive del bambino.

In particolare, nelle scuole Steiner-Waldorf la maturità di un bambino per l’apprendimento formale nella scuola non è considerata un’ovvia questione di età cronologica, di crescita o di abilità. Un segno esteriore che la caratterizza è l’inizio della seconda dentizione, quando i denti da latte vengono sostituiti dai denti permanenti, molto più solidi ed individualmente distinti. Altri cambiamenti sono altrettanto significativi: il coordinamento dei movimenti, le abilità mnemoniche, lo sviluppo di una certa indipendenza che permette al bambino di allontanarsi dalla sicura presenza dei genitori e dalla maestra della scuola dell’infanzia.

Nelle scuole Steiner-Waldorf il passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla prima classe viene attentamente valutato e seguito attraverso attività specifiche mirate, più o meno formali. L’esperienza della scuola Waldorf rileva che la maggior parte dei bambini che compiono i sei anni nel corso della primavera dell’anno di riferimento sono pronti per sostenere l’impegno scolastico.

Prima di questa età osserviamo che bambini che non hanno le capacità sopra descritte tendono a distrarsi facilmente, faticano a stare seduti su una sedia in atteggiamento di ascolto, non riescono a portare a termine un compito assegnato. La scuola rischia di diventare per loro un inseguimento, a volte una fatica insormontabile, che li porta a mettere in atto comportamenti che possono indurre a pensare che vi siano difficoltà cognitive o comportamentali. Preferiamo quindi, dopo aver condiviso l’osservazione dei bambini con le famiglie, aspettare che essi inizino il loro percorso scolastico al giusto momento evolutivo. Nel tempo avviene un monitoraggio del percorso scolastico generale di ogni alunno per verificare l’esattezza della valutazione iniziale della maturità scolare.